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Casa Bianca, Washington DC - I maccabei...
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Mio suocero era un Rav chassidico discendente dal Maggid di Mezerich, Rav Dov Ber (1704-1773), che guidò il movimento chassidico dopo la morte del Baal Shem Tov. Sotto l’influenza e la direzione del Maggid, il chassidismo si diffuse in molte comunità ebraiche in tutta l’Europa orientale. Mio suocero era anche imparentato con i rebbe di Ruzhin, Boyan e Sadigora.
Quanto a lui, era un chassid di Boyan. Essendo saggio e intelligente, molti lo cercavano per chiedergli consigli. Allo stesso tempo, era caloroso, sensibile, e amato da tutti. Pur soffrendo da anni di una malattia di cuore, brillava sempre di gioia, e il sorriso non lasciava mai la sua faccia. Solo quando parlava dei problemi dell’ebraismo mostrava un lato diverso: in quel caso tuonava da una posizione priva di compromessi.
E’ con un cuore spezzato che mi siedo a scrivere questa edizione della E-Torà. L’intero popolo ebraico è in lutto ed è addolorato per il massacro dei nostri correligionari e di tutte le persone innocenti uccise. Un dolore ingrandito dal fatto che tra le vittime c’erano i nostri amici e colleghi rav Gavriel e Rivkà Holtzberg, direttori del centro Chabad di Mombai, specificamente preso di mira dai terroristi.
Che cosa facevano a Mombai queste anime pure?
Sessant’anni fa, sulle ceneri della Shoà, il Rebbe di Lubavitch guardò il mondo e capì che cosa doveva fare. Dal suo piccolo ufficio a Brooklyn, senza fondi, senza un’infrastruttura, Chiamò una giovane coppia e li disse di preparare le valigie per andare in una città distante, per trovare degli ebrei. Se sono tristi fateli essere contenti, se hanno fame dateli da mangiare, se hanno delle domande dateli delle risposte, se sono stanchi dateli l’opportunità di rilassare – parlate con loro, incoraggiateli e rivelate la divinità che c’è in essi: insegnateli la Torà e le mizvòt.
Una piccola scintilla di luce nel mondo.
Casablanca, Tunisi, Melbourne, Manchester, Milano, Detroit, Miami… piccole scintille di luce nel mondo.
Le scintille si allargarono e negli sessanti il Rebbe crea il nome “Chabad House”. Non “Centro Chabad” o “Istituzione Chabad” ma semplicemente “Chabad House”. Un posto dove tutti sono benvenuti, dove tutti si sentono a casa.
Con il passare degli anni queste “case” diventarono 3.500 istituzioni – scuole, templi, mikvé, asili, centri sociali, centri giovanili, mense per gli indigenti, cliniche… il tutto gestito da 4.000 coppie di “Shluchim”-emissari in ogni angolo del mondo.
Ma rimangono sempre dei “Chabad House”.
Con il passare degli anni questo diventò il sogno e la speranza di centinaia di giovani, quello di unirsi a questo “esercito” di Shluchim del Rebbe, quello di andare in un posto e aprire un “Chabad House”.
Lo scopo? Non di aprire grandi istituzioni, costruire grandi edifici (questi saranno solo un mezzo) – lo scopo è quello di poter avvicinare anche un solo ebreo al suo ebraismo.
Piccole scintille di luce nel mondo.
Tashkent, Kathmandu, Rio de Janeiro, Salt Lake City, Bucharest, Koh-Sa-Moi e… Mombai.
Posso immaginare la gioia di Gabi e Rivki quando arrivarono a Mombai nel 2003. Lo stesso anno che siamo arrivati a Monteverde.
In un semplice mercoledì sera, a tavola con ospiti provenienti da backgrounds completamente diversi – materialmente e spiritualmente – queste scintille si sono spente.
Siamo noi che le riaccendiamo.
So bene cosa vorrebbero Gabi e Rivki che noi facessimo in loro memoria.
Creiamo delle scintille di luce nel mondo.
Oggi mando un appello: Costruiamo delle nostre case e dalla nostra vita un “Chabad House”. Non serve un sito internet, dei volantini o un grande edificio. Serve solo un tavolo e qualche sedia. Invita un amico, un vicino, un parente. Se sono tristi, falli gioire. Se sono giù, aiuta ad alzarli la morale.
Se hanno delle domande, aiutali a trovare delle risposte. Se hanno fame dalli da mangiare. Parla con loro, incoraggiali e portali un po’ più vicino a D-o.
E non bisogna andare a Mombai per farlo – qui nelle nostre case creiamo le scintille e aggiungiamo alla luce.
Iniziamo ad accendere i lumi dello Shabbàt.
Iniziamo a mettere i Tefillìn. Troppo spaventoso l’impegno? Intanto fallo una volta… La Mitzvà ha poi una natura curiosa… si tira dietro un’altra Mitzvà…
Manca una mezuzà a casa? Impegnamoci per metterla.
Controlliamo le mezuzòt esistenti.
Studiamo un po’ di Torà.
Sopratutto tuffiamoci nella mitzvà di Ahavat Yisrael, l’amore verso il prossimo. Alza il telefono e chiama una persona con la quale “non ci parli più”. Chiedi scusa anche se hai ragione e riavvia il rapporto.
Aggiungiamo Luce.
Shabbàt Shalom,
Rav Shalom Hazan – Chabad House di Monteverde, Roma
Il Gan Yeladìm di Monteverde si chiamerà da oggi “Gan Rivkà”
la parola Gan è l’acronimo di Gavriel Noach e il nome onora quindi la memoria di Gabi e Rivkà הי”ד.
Pagina di Chabad.org sulla tragedia di Mumbai
www.MumbaiMitzvah.org – Contribuisci alla luce nel mondo attraverso una nuova Mitzvà in ricordo e in onore delle vittime.
*Video sulla vita dei Holtzberg*
*Gavriel Holtzberg dal Rebbe*
Dal 1986 al 1992 il Rebbe distribuiva, ogni domenica a migliaia di persone per ore di seguito, un dollaro per Tzedakà e delle berachòt (benedizioni). In questo breve filmato vediamo Gavriel Holtzberg che da bambino chiede al Rebbe una benedizione per se stesso (“che tu cresca a diventare un Chassìd, una persona timorosa del Sign-re ed uno scolaro”) e poi chiede una benedizione per la guarigione di un suo zio (la conversazione è tenuta in Yiddish).
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Nei media:
L’intervista di CNN con Sandra che ha salvato Moshe
Rav Yitzhak Hazan su Yahoo.com
Il movimento Chabad Lubavitch in tutto il mondo osserva un grave lutto per la perdita tragica della vita dei colleghi Rav Gavriel Noach e Rivka Holtzberg, brutalmente uccisi dai terroristi nel loro centro ebraico e casa in Mumbai.
“Siamo rimasti scioccati dall’accaduto, dice Rav Shalom Hazan, direttore della filiale Chabad di Monteverde a Roma, Gabi era un amico e un compagno di studio nella Yeshivà (scuola rabbinica) a Brooklyn”.
Gabi e Rivky erano emissari dedicati del Rebbe Schneerson di Lubavitch, portando il suo messaggio di luce e bontà all’India. Hanno sacrificato il lusso di famiglia e convenienza, lui a New York e lei in Israele, per condividere la gioia dell’ebraismo con la comunità di Mumbai, i turisti e gli uomini d’affari che frequentevano il loro centro nel Nariman House.”
Il piccolo Moishele, eroicamente portato in salvo dalla colf, Sandra, andrà con i nonni in Israele.
Per segnare il momento dei funerali che si terranno martedì 2 dicembre a Gerusalemme, il movimento Chabad-Lubavitch terrà una commemorazione al Hotel Sheraton di Roma lo stesso giorno alle ore 20.
“Chiediamo a tutti di venire e rendere omaggio ai nostri colleghi e a tutte le vittime dell’attacco,” ha detto Rav Yitzhak Hazan, direttore del movimento Chabad-Lubavitch a Roma.
Riflessione sulla Protezione
12 dicembre, 2008La porzione della Torà che leggiamo pubblicamente questo sabato al tempio ricorda il “ritorno”. Il ritorno di un figlio che dopo decenni ritorna a casa. Il figlio era Giacobbe e la casa è quella di Isacco e quella del nonno Abramo. Che tipo di casa è? Che aria si respira? La casa di Abramo era famosa e riconosciuta come una casa aperta. Aperta non solo a parenti e amici ma anche a stranieri, a chiunque avesse bisogno di qualcosa da mangiare, da bere o di un po’ di supporto morale.
Ci troviamo purtroppo in un periodo molto difficile e non parlo della situazione economica ma delle molte tragedie che hanno colpito ultimamente la nostra comunità.
Forse è il momento di ritornare – a casa. Proprio a quella nostra casa, la casa di Abramo, la nostra casa paterna. La casa di amore e di apertura e di considerazione verso il prossimo.
Grandi luminari del nostro popolo negli anni passati hanno sottolineato l’importanza di questa Mitzvà – l’amore verso il prossimo – in situazioni simili. Non perché sappiamo giustificare o dare delle motivazioni a tali situazioni – su questo vi è solo Un Giudice! – piuttosto perché possiamo capire che questo amore è una nostra forza ed è una nostra protezione. Quando manca l’amore può venire a meno automaticamente anche la protezione…
Cerchiamo quindi di vedere cosa possiamo fare per tornare a casa!
Shabbàt Shalom!
Rav Shalom Hazan
Chabad-Lubavitch di Monteverde
P.S. Un’altra protezione della casa sono le Mezuzòt. E’ molto importante quindi assicurarsi della validità delle Mezuzot facendole controllare da un rabbino e di assicurarsi delle presenza della Mezuzà laddove è dovuta.
Tag:mezuza, parashà, torah, vayishlach
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