La porzione della Torà che leggiamo pubblicamente questo sabato al tempio ricorda il “ritorno”. Il ritorno di un figlio che dopo decenni ritorna a casa. Il figlio era Giacobbe e la casa è quella di Isacco e quella del nonno Abramo. Che tipo di casa è? Che aria si respira? La casa di Abramo era famosa e riconosciuta come una casa aperta. Aperta non solo a parenti e amici ma anche a stranieri, a chiunque avesse bisogno di qualcosa da mangiare, da bere o di un po’ di supporto morale.
Ci troviamo purtroppo in un periodo molto difficile e non parlo della situazione economica ma delle molte tragedie che hanno colpito ultimamente la nostra comunità.
Forse è il momento di ritornare – a casa. Proprio a quella nostra casa, la casa di Abramo, la nostra casa paterna. La casa di amore e di apertura e di considerazione verso il prossimo.
Grandi luminari del nostro popolo negli anni passati hanno sottolineato l’importanza di questa Mitzvà – l’amore verso il prossimo – in situazioni simili. Non perché sappiamo giustificare o dare delle motivazioni a tali situazioni – su questo vi è solo Un Giudice! – piuttosto perché possiamo capire che questo amore è una nostra forza ed è una nostra protezione. Quando manca l’amore può venire a meno automaticamente anche la protezione…
Cerchiamo quindi di vedere cosa possiamo fare per tornare a casa!
Shabbàt Shalom!
Rav Shalom Hazan
Chabad-Lubavitch di Monteverde
P.S. Un’altra protezione della casa sono le Mezuzòt. E’ molto importante quindi assicurarsi della validità delle Mezuzot facendole controllare da un rabbino e di assicurarsi delle presenza della Mezuzà laddove è dovuta.
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Tag: mezuza, parashà, torah, vayishlach
This entry was posted on 12 dicembre, 2008 at 7:58 am and is filed under Commenti sulla Torà. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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Riflessione sulla Protezione
La porzione della Torà che leggiamo pubblicamente questo sabato al tempio ricorda il “ritorno”. Il ritorno di un figlio che dopo decenni ritorna a casa. Il figlio era Giacobbe e la casa è quella di Isacco e quella del nonno Abramo. Che tipo di casa è? Che aria si respira? La casa di Abramo era famosa e riconosciuta come una casa aperta. Aperta non solo a parenti e amici ma anche a stranieri, a chiunque avesse bisogno di qualcosa da mangiare, da bere o di un po’ di supporto morale.
Ci troviamo purtroppo in un periodo molto difficile e non parlo della situazione economica ma delle molte tragedie che hanno colpito ultimamente la nostra comunità.
Forse è il momento di ritornare – a casa. Proprio a quella nostra casa, la casa di Abramo, la nostra casa paterna. La casa di amore e di apertura e di considerazione verso il prossimo.
Grandi luminari del nostro popolo negli anni passati hanno sottolineato l’importanza di questa Mitzvà – l’amore verso il prossimo – in situazioni simili. Non perché sappiamo giustificare o dare delle motivazioni a tali situazioni – su questo vi è solo Un Giudice! – piuttosto perché possiamo capire che questo amore è una nostra forza ed è una nostra protezione. Quando manca l’amore può venire a meno automaticamente anche la protezione…
Cerchiamo quindi di vedere cosa possiamo fare per tornare a casa!
Shabbàt Shalom!
Rav Shalom Hazan
Chabad-Lubavitch di Monteverde
P.S. Un’altra protezione della casa sono le Mezuzòt. E’ molto importante quindi assicurarsi della validità delle Mezuzot facendole controllare da un rabbino e di assicurarsi delle presenza della Mezuzà laddove è dovuta.
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