Archive for agosto 2009

Giornata di Studio – 20a Edizione!

27 agosto, 2009

Giornata di Studio 5769

Chi l’Ha Comandato? II

27 agosto, 2009

Cari amici,

projetto talmudIl lungo periodo letargico estivo si avvicina alla sua conclusione. Noi al centro dei Colli Portuensi siamo già in piena preparazione per la riapertura del Tempio, l’inizio del Gan e tutte le attività e lezioni che vi proporreremo quest’anno, con varie eccitanti novità.

Leggete questa e le prossime mail con attenzione e scegliete almeno una cosa nella quale partecipare. La vostra anima (e anche la parte materiale…) sarà veramente contenta!

Con l’occasione vi ricordo che durante il mese di Elul è importante accertarsi della validità dei propri Tefillìn e delle Mezuzòt (che si possono rovinare con il tempo). Sono a vostra disposizione per il controllo delle Mezuzòt.

Un cordiale Shalom,

Rav Shalom Hazan
Direttore
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Al Centro Ebraico di Monteverde
(Tempio dei Colli Portuensi) sono disponibili Tefillìn, Mezuzòt, e libri di Torà e pensiero ebraico in italiano.
Ora è anche disponibile il libro di Tefillà di rito romano con la traduzione (Morashà, 2009).
Novità in italiano!

Il libro “Percorso di Vita” (Mamash, 2009, 294 pp.)
“Idee, spiritualità e valori ebraici nella società moderna”.
Interessante per tutti ma specialmente indicato per i ragazzi.
Disponibile ora a soli 15E.

gan logo

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Questo Shabbàt al Tempio
Finalmente si riprende!

Dopo alcune settimane di pausa il Tempio riprende per le funzioni del venerdì sera, Shabbàt mattina e pomeriggio.
Orari delle Tefillòt per Shabbàt, 29-30 agosto:

28 agosto venerdì sera: 19,30
29 agosto shabbàt mattina: 9,30
29 agosto shabbàt sera: 19,25

Per offrire il Kiddush di questo Shabbàt gentilmente contatta Rav Shalom. Grazie!

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Il Gan Riprende…tu ci sei?

La ludoteca Gan Rivkà dei Colli Portuensi ha solo pochi posti ancora disponibil per l’anno 2009-10, per bambini dell’età di due o tre anni. Se tu o qualcuno di tua conoscenza sei interessato/a ad iscrivere tuo/a figlio/a…contattaci entro questa settimana! Scrivi a Chani chana.hazan@gmail.com o chiama il 3498188600.

Tutto lo staff vi aspetta!

La direttrice, Morà Chani
La maestra, Morà Emilia
La assistente Morà, Morà Sharon
La maestra di Musica e Movimento, Morà Chiara

Prendete appuntamento per vedere i nostri locali spaziosi, illuminati e accoglienti (chiamare dai primi di settembre).

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Chi l’Ha Comandato? II
Continua dall’articolo della settimana scorsa. Per leggerlo clicca qui


La Torà nella Parashà della scorsa settimana (Shoftìm) ci ha spiegato che la trasmissione delle sue istruzione è una funzione dinamica che continua attraverso i maestri di ogni generazione e che siamo obbligati a seguire queste loro istruzioni. E’ per questo che accendendo i lumi di Chanukà, per esempio, possiamo pronunciare la benedizione e dire “coLui che ci ha comandato di accendere i lumi di Chanukà…” riferendoci a D-o, poiché è la Torà stessa che ci comanda di seguire le istruzioni dei maestri che appunto hanno istituito la festività di Chanukà. (Vedi l’articolo per leggere la spiegazione).

Ora ci resta a capire una curiosità: sembra che molte delle istruzioni, le mitzvòt cosidette “rabbiniche”, istituite dai maestri, abbiano più “successo”, nel senso che vengono adempite a volte con maggiore attenzione rispetto a quelle della Torà stessa!

Ebbene, esiste una famosa metafora che paragona il popolo ebraico ad una donna e il Sig.re al suo marito (tutto il Cantico dei Cantici del re Salomone si basa su questa metafora). Il momento del dono della Torà è simile al momento del matrimonio, della Chuppà (con la Torà stessa che funge da contratto matrimoniale – ketubbà).

Ogni marito sa che in un matrimonio vi sono degli obblighi, delle azioni che ci si aspetta lui faccia per facilitare la vita a sua moglie. Ogni marito lo sa e cerca anche di farlo, ma non è detto che lo faccia sempre con un sorriso. Alla fine, si tratta di “obblighi” che gli sono stati quasi “impostati” e come ogni cosa imposta (dagli altri, dalla società, ecc) diventa una cosa “pesante”…

Lo stesso marito in un momento di ispirazione andrà a scegliere un bel gioiello per la sua signora. Lo farà con calma e con molta attenzione e glielo presenterà con molto amore.

In teoria questo non gliel’ha chiesto nessuno e non gli viene imposto in nessun modo…non è paradossale che lo fà senza “pesantezza” mentre gli obblighi li vorrebbe dimenticare?

Assolutamente no! Proprio perché questa è una cosa “sua” personale non ho bisogno di una forza esterna che lo rafforza e incita a farla. E lo fà con tutto il cuore.

Nello stesso modo il popolo ebraico nel suo grande amore verso D-o gli porta questi “doni” spirituali voluti da sé stesso, a volte con un impegno ancora maggiore rispetto agli obblighi che la Torà ci ha imposto.

Durante queste settimane che precedono Rosh Hashanà e Kippur è opportuno pensare a questo nostro amore verso Hakadosh Baruch Hu. Sicuramente questo risveglierà in Lui l’amore verso di noi e ci benedirà, assieme a tutti i popoli e tutto il mondo, con un anno di pace e di prosperità materiale e spirituale.

di rav Shalom Hazan

Chi L’ha Comandato?

21 agosto, 2009
Cari amici,

Oggi è il primo giorno del mese di Elul, mese di introspezione e preparazione per l’anno nuovo. E’ usanza di molti di sentire lo suono dello Shofàr ogni mattina di questo mese (eccetto la vigilia di Rosh Hashanà).

E’ anche importante controllare i Tefillìn e le Mezuzòt per accertarsi che siano Kasher. (Sono a vostra disposizione per il controllo delle Mezuzòt).

Shabbat Shalom!

Rav Shalom Hazan

“Che ci ha comandato…” Dove?!
Venerdì sera, tutti a tavola con il vino del Kiddush e il pane del Motzì illuminati dalle candele dello Shabbàt accese dalle donne e le ragazze. Prima di accendere le candele è stata detta la Berachà, la benedizione. Cosa si recita in questa benedizione? “Asher kiddeshanu bemitzvotàv vetzivanu…” Ovvero si bendedice coLui che ci “ha santificato attraverso le Sue mitzvòt e ci ha comandato…di accendere i lumi dello Shabbàt”.

Vi siete mai chiesti dove ce l’ha comandato? E’ vero che la tradizione ebraica vuole che già dai tempi di Sarah, moglie di Avraham, si accendevano le candele dello Shabbàt, ma nella Torà non si trova un comandamento simile.

Il discorso si allarga e tocca anche altre mitzvòt che introduciamo con la stessa formula (“ci ha comandato…”) ma delle quali sulla Torà non troviamo traccia!

Tra queste ci sono la Netilat Yadayim (il lavaggio rituale delle mani) la maggior parte delle benedizioni (a parte quella dopo aver mangiato, la Birkàt Hamazòn, che è voluta direttamente dalla Torà), e sicuramente l’accensione della Hannukià e la lettura della Meghillà. Quest’ultime ricordano eventi accaduti molto dopo il dono della Torà eppure la berachà è sempre quella…”Ci ha comandato”.

Infatti il Talmud pone la stessa domanda “Dove ce l’ha comandato?” nel trattato di Shabbàt (23a).

La risposta si trova nella Parashà di questa settimana. Tutti sanno che nella Torà ci sono 613 comandamenti. Inoltre esistono sette “Mitzvòt dei Maestri” ossia istruiti dalle autorità rabbiniche del sinedrio (tra le quali si trovano gli esempi sopra ricordati).

E’ la stessa Torà che concede questa autorità ai maestri di ogni generazione (con diversi criteri e limiti).

L’eternità e la profondità della Torà sono tali da potere rispondere alle esigenze delle generazioni diverse. Proprio per questo si parla nella nostra Parashà di dubbi e domande che si potrebbero verificare nel corso delle generazioni, domande che non si possono rispondere semplicemente leggendo la Torà.

La Torà ci istruisce di porre la domanda alle autorità di studio e di istruzione fino ad arrivare alla massima autorità che giace presso il Bet Hamikdash (ossia il sinedrio) oppure a qualunque “giudice che vi sarà in quei giorni” (Devarìm 17,10). Con questo la Torà dà la stessa autorità che aveva Moshè ai giudici di ogni generazione pur non essendo alla sua altezza.

La Torà ci comanda di obbedire le parole dei maestri non virando né a destra né a sinistra di esse.

Quando adempiamo una delle Mitzvòt voluto dai Maestri e recitiamo nella berachà che “ci ha comandato” ci riferiamo a questa Mitzvà: Ci ha comandato di seguire le istruzioni dei Maestri ed è questo il motivo dell’osservanza di Chanukà, Purìm, ecc.

Di rav Shalom Hazan

La settimana prossima affrontiamo la domanda: Perché sembra che molti sono più attenti a queste mitzvòt dei maestri che alle mitzvòt della Torà stessa?!

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Al Centro Ebraico di Monteverde
(Tempio di Colli Portuensi) sono disponibili Tefillìn, Mezuzòt, e libri di Torà e pensiero ebraico in italiano.
Ora è anche disponibile il libro di Tefillà di rito romano con la traduzione.

Il Pane e La Parola

7 agosto, 2009

Cari amici,

Il brano dei profeti (la Haftarà) che si legge questa settimana è la seconda della serie di sette “Haftaròt di Consolazione”. Lo Shabbàt che segue il digiuno di Tishà beAv si legge la prima delle sette Haftaròt per arrivare fino allo Shabbàt che precede Rosh Hashanà.

Nel brano odierno, tratto dalle parole del profeta Isaia, il popolo ebraico si esprime lamentando il presunto abbandono da parte di D-o. Il Sig-re li assicura che non è così, paragonando il Suo amore e la Sua misericordia per il popolo a quelle di una madre per il proprio figlio.

Il profeta continua con una descrizione sentimantale del futuro raduno degli ebrei esiliati nella diaspora che accadrà dopo la venuta del Mashiach, per tornare a rispondere ancora alla lamentela di essere stati abbandonati, ricordando il comportamento ribelle che portò all’esilio ed alla sofferenza.
Conclude con parole di incoraggiamento, rammentando la storia degli antenati Avrahàm e Sarà. Così come loro erano diventati miracolosamente genitori dopo aver perso ogni speranza, anche noi non dobbiamo rinunciare alla fede ed alla speranza della redenzione.

Vi auguro un buon weekend, buone vacanze e Shabbàt Shalom!

Rav Shalom Hazan
Il Pane e La Parola
Spunti Khassidici

L’uomo non vive solamente dal pane, bensì dalla parola della bocca di D-o… (Deuteronomio 8,3)

Questo versetto risponde ad una semplice domanda: Com’è che l’essere umano, la forma più elevata di vita, alimenta la propria esistenza e vitalità dalle forme inferiori della creazione (l’animale, vegetale e minerale)?

In realtà la vera fonte del nutrimento è “la parola di D-o”. I maestri della Kabbalà spiegano che l’inferiorità indica una fonte ancora più elevata. Come un muro pericolante: le pietre più alte cadono più lontano…(Rabbì Schneur Zalman di Liadi)

Così come un uomo castiga il proprio figlio, D-o vi castiga…(8,5)

Un padre che castiga il proprio figlio infligge dolore più su se stesso che sul figlio. Anche per D-o è così: la Sua sofferenza è maggiore rispetto alla nostra. (Rabbì Levi Yitzchak of Berditchev)