Cari amici,
Ormai siamo arrivati alla fine dell’anno 5769 e alla soglia dell’anno 5770.
Durante le tefillòt (preghiere) di questi prossimi giorni sicuramente chiederemo che molti degli eventi del 5769 non siano ripetuti e che questo prossimo nuovo anno porti con sé solamente molta berachà – benedizione.
Abbiamo comunque anche molto per il quale dobbiamo ringraziare il Signore, e sicuramente anche ciò sarà fatto.
Un collega americano racconta un’evento recentemente accaduto nella sua comunità nello stato di Georgia. Vi porto le sue parole:
“Un membro della nostra comunità ha molti problemi personali ed economici. Al di là di tutto ciò, lui e sua moglie hanno una figlia che è mentalmente ritardata, anche se ha un certo livello di indipendenza e può comunicare bene.
“Di recente la famiglia ha fatto un viaggio in Israele per alcune settimane. L’ultimo giorno della loro vacanza si sono recati al Kotel, al Muro del Pianto, per un’ultima preghiera. Il padre disse ai figli che essendo questa l’ultima visita al Kotel sarebbe opportuno che ognuno faccia la propria richiesta su carta e lo metta, come da usanza, nelle fessure del Muro.
“Il signore mi raccontò poi che nella sua nota scrisse molte richieste. Che questa cosa vada bene, che questo problema si risolva, che ci sia la saluto, il sostentamento, la pace in famiglia.. insomma una bella lista della spesa…
“Mentre intraprendevano il viaggio di ritorno il padre si rivolse alla figlia per chiedere cosa avesse scritto nella sua nota di richiesta.
“‘Chiesto?’ lo rispose la figlia, ‘Non ho chiesto nulla. Ho scritto a D-o per ringraziarlo per questo, quello e quest’altro…’
“Il padre mi riferì che quello fu il momento più umiliante della sua vita. Quando lui si trovava nel luogo sacro non pensò ad altro che a chiedere mentre la figlia, che ha veri problemi, non ha pensato ad altro che a ringraziare.”
Carissimi amici, auguro a voi e a tutti quanti un anno di Luce, di Pace, di Benedizione, di Salute, di Torà, di Mitzvòt e di Salvezza.
Shabbat Shalom e Shanà Tovà,
Rav Shalom Hazan
Direttore
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Questo Mo’ed al Tempio
Orari delle Tefillòt per Rosh Hashanà, 18-20 settembre:
18 settembre venerdì sera: 19,00
19 settembre 1° giorno Rosh Hashanà: 9,00
19 settembre 2° sera Rosh Hashanà: 19,15
20 settembre 2° giorno Rosh Hashanà: 9,00 (Shofàr verso le 11)
Il Kiddush del primo giorno è offerto da Shirel Perugia in onore del suo compleanno. Il secondo giorno il Kiddush è offerto da Mauro di Nepi. Hazzak!Per offrire il prossimi Kiddush gentilmente contatta Rav Shalom. Grazie!
I Libri di Rosh Hashanà e Kippur
Al tempio servono ancora i libri di Kippur, si possono offrire rispondendo a questa mail. Grazie!
Si ringrazia la famiglia Piperno per avere donato libri di Rosh Hashanà in memoria del padre. Hazzak!
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Il Silenzio dello Shofàr
Quest’anno il primo giorno di Rosh Hashanà viene di Shabbàt e secondo l’istruzione della Halachà non si suona lo Shofàr (che sentiremo poi di domenica).
Possiamo accettare la Halachà per quella che è, ma come possiamo vivere il giorno di Rosh Hashanà senza lo shofàr? Senza la forte ispirazione che esso porta? In che modo potremo “incoronare” D-o senza quel suono?
Secondo il Talmud è proprio lo Shofàr che definisce l’essenza di questo giorno, chiamato dalla Torà stessa “Giorno del Suono” (Yom Teruà). Come è possibile quindi farne a meno?
In un suo discorso il Rebbe di Lubavitch spiegò che lo Shabbàt stesso ha una forza e un’energia spirituale tale da potere sottomettere “opposizioni” spirituali con la sua mera presenza.
Quando lo Shabbàt coincide con Rosh Hashanà, si porta appresso tutte le energie e le benedizioni che avremmo evocato attraverso il suono dello Shofàr, senza suonarlo.
Per illustrare meglio il concetto potremmo dire che lo Shabbàt è uno Shofàr silenzioso per noi ma che trasmette su un raggio ultrasonico, inaudibile all’orecchio umano.
Richiesta Importante Questa mail settimanale è una di informazione e di studio, non di richiesta di aiuto. Tuttavia ci concediamo una volta all’anno di lanciare un appello attraverso questo strumento per beneficenza per le nostre istituzioni.
Il Tempio, L’asilo, le lezioni e tutte le attività sono mantenute con le offerte e donazioni di privati, senza alcun sussidio da un ufficio centrale. Se durante l’anno avete avuto l’opportunità di partecipare o di usufruire di uno dei nostri servizi, oppure se avete sentito parlare bene di noi e volete aiutare, gentilmente fate la vostra offerta – piccola o grande – in onore dell’anno nuovo. Vi ringraziamo di cuore per il vostro supporto e vi auguriamo Shanà Tovà! |
Kippur Sotto Stalin
25 settembre, 2009L’anno 5770 è iniziato da poco ma abbiamo già – ringraziando D-o! – molte novità da raccontare.
Il gruppo Donne di Monteverde si è radunato con grande successo prima di Rosh Hashanà nel tempio per una serata dedicata al Séder e ai vari simboli di Rosh Hashanà. Domenica 13 oltre 200 persone si sono riunite al Hotel Excelsior di Via Veneto per la tradizionale Giornata di Studio (dateci un po’ di tempo e vi faremo trovare online delle riprese di alcuni interventi). Ringraziamo tutti coloro che sono intervenuti, tra i quali rav Moshe Lazar appositamente venuto da Milano, rav Riccardo Di Segni, rav Yitzhak Hazan e altri, nonché le persone che hanno dedicato la giornata in memoria dei loro cari e il comune di Roma che ha dato il proprio patrocinio sull’evento.
A Rosh Hashanà qui ci è stata molta gente e aspettiamo altrettanti e di più a Kippur, se D-o vuole. L’esperienza della Tefillà in un ambiente, pulito, ben illuminato, silenzioso e con la possibilità di seguire per tutti, è stata apprezzata da tutti i presenti.
Se D-o vuole per Succòt sarà presente una Succà in Piazza Farnese, con il patrocinio del Comune, che sarà disponibilie per chi volesse fare una berachà o mangiare qualcosa in una Succà. Giovedì sera 8 ottobre grande festa di Succòt alla Succà di Piazza Farnese con canti e balli e divertimento per tutti. Segna la data!
Shabbat Shalom e Hatimà Tovà,
Rav Shalom Hazan
Direttore
Orari delle Tefillòt per Shabbàt, 25-26 settembre:
25 settembre venerdì sera: 18,45
26 settembre Shabbàt mattina: 9,30
26 settembre Shabbàt sera: 18,40
Il Kiddush del è offerto dalla famiglia Hazan in onore del compleanno di Mendel.
Per offrire il prossimi Kiddush gentilmente contatta Rav Shalom. Grazie!
Orari delle Tefillòt per Kippur, 27-28 settembre:
27 settembre Kol Nedarim : 18,30
28 settembre Kippur: 9,00
Pausa: 14,30
Mincha e Ne’ilà: 17,00
Termine digiuno e Shofàr: 19,38
Cari lettori, segue una storia accaduta con mio zio, rav Moshe Greenberg, che oggi risiede a Bené Berak. Verso la fine degli anni ’40 tentò la fuga dall’Unione Sovietica ma venne arrestato e mandato in un campo di lavoro forzato della Siberia per 25 anni. Fortunamente venne liberato nel ’53 dopo sette anni, con la morte di Stalin. Solo nel ’67 giunse in Israele.
Durante la giornata di Kippur del 1951, rav Moshe Greenberg riuscì a pregare recitando tutta la liturgia del giorno, con l’eccezione del Kol Nidré (Kol Nedarìm), considerata una delle preghiere più solenni.
Aveva vent’anni ed era imprigionato in un campo di lavoro forzato sovietico, separato dai suoi genitori e le due sorelle. Il fratello si trovava in un altro campo per una “trasgressione” simile.
Vi erano circa mille uomini nel campo, tutti occupati nel lavoro di costruzione di un’impianto di energia elettrica. Una ventina dei prigionieri erano ebrei.
Quando si avvicinò il termine dell’estate i prigionieri ebrei si potevano concedere solamente di sognare l’osservanza dei Giorni Solenni. Sapevano che non ci sarebbe stato lo Shofàr, il Séfer Torà e i Tallitòt, ma speravano di trovare un Machzor (libro di preghiera).
Mio padre si accorse della presenza di un uomo “da fuori”, un ingegnere civile che lavorava sull’impianto. Aveva il sospetto che questa persona fosse ebrea.
Quando si presentò l’opportunità rav Moshe si avvicinò e gli sussurò nell’orecchio in Yiddish “Kenstu mir efsher helfen?” (Forse mi potresti aiutare?).
All’epoca la maggior parte degli ebrei della Russia parlava il Yiddish. rav Moshe vide nei suoi occhi che comprese la domanda. “Mi potresti organizzare un Machzor per gli ebrei qui presenti?”. L’ingegnere esitò a rispondere. Una “transazione” di questo tipo metterebe in pericolo entrambi le loro vite. Comunque, l’ingegnere si impegnò ad aiutare.
Passarono vari giorni e rav Moshe gli chiese se ci fosse qualche novità.
“Notizie buone e cattive,” gli rispose l’ingegnere. Con molta difficoltà era riuscito ad individuare un Machzor ma era l’unico presente in tutta la zona e apparteneva al padre della sua ragazza. L’uomo si rifiutò nella maniera più assoluta di separarsi da questo Machzor proprio nel giorno di Kippur.
rav Moshe non si arrese e fece una proposta. Forse, suggerì, l’uomo ce lo potrebbe imprestare adesso e glielo restituiremo prima di Rosh Hashanà.
L’ingegnere riuscì a contrabbandare il Machzor all’interno del campo di lavoro.
Rav Moshe si costruì una grande cassa di legno nella quale entrava in ogni momento libero. Lì, nascosto da tutti copiò l’intero Machzor su un quaderno, parola per parola, riga per riga, pagina per pagina. Dopo un mese aveva copiato l’intero Machzor. Mancava però una sola pagina, quella della Tefillà che apre il giorno di Kippur, il Kol Nidré…
il Rav restituì il libro quando arrivò l’autunno. I prigionieri vennero a sapere le date esatte delle festività ebraiche attraverso le lettere giunte dai famigliari e durante Rosh Hashanà e Kippur riuscirono, con qualche manciate di sigarette, a convincere le guardiare di lasciarli in pace nella baracca, dove si svolsero le funzioni. Rav Moshe guidò le Tefillòt con il Machzor scritto a mano.
Il Machzor scritto a mano da rav Greenberg. Foto: Chabad Library
Dopo quasi sette anni di lavoro forzato rav Moshe con altri prigonieri politici fu liberato dopo la morte di Joseph Stalin. L’unico “souvenir” che gli rimase dal campo era il Machzor.
Si riunì con la propria famiglia a Mosca e poi incontrò e sposò la moglie Devora (Hazan) – oggi i loro 17 figli insegnano ebraismo in tutto il mondo.
a rav Moshe non piace ricordare quei momenti terribili (era stato anche torturato dai sovietici per svelare nomi di altri ebrei coinvolti in attività “contro-rivoluzianarie”. Ho sentito da un testimone che non ha parlato. NDR).
Nella rara occasione che racconta una storia di quei giorni, si rammenta con lacrime che non ci fu mai una Tefillà più sentita e significativa di quella trascorsa nel campo di lavoro.
Nel 1973 rav Moshe presentò il Machzor come regalo al Rebbe di Lubavitch e si trova oggi nella biblioteca del movimento Lubavitch a New York.
Quest’anno quando abbiamo la possibilità di dire tutta la Tefillà, facciamolo anche per coloro che non avevano o che non hanno questa possibilità.
Hatimà Tovà
Rav Shalom
Il Tempio, L’asilo, le lezioni e tutte le attività sono mantenute con le offerte e donazioni di privati, senza alcun sussidio da un ufficio centrale.
Se durante l’anno avete avuto l’opportunità di partecipare o di usufruire di uno dei nostri servizi, oppure se avete sentito parlare bene di noi e volete aiutare, gentilmente fate la vostra offerta – piccola o grande – in onore dell’anno nuovo.
Vi ringraziamo di cuore per il vostro supporto e vi auguriamo Shanà Tovà!
Tag:greenberg, kol nidre, shana tova, stalin, yom kippur
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