In quel momento pregai il Sig-re dicendo…
E’ così che Moshe descrive la sua preghiera e richiesta per potere entrare nella Terra d’Israele usando anche una parola (va’etchanàn) che i commentatori legano alla parola “chinàm” – gratuitamente. I giusti, dicono i maestri, fanno le loro richieste a titolo gratuito senza ricordare le proprie buone azioni come motivo per l’esaudimento della richiesta.
Di norma una persona che ha una richiesta da fare cerca di farla precedere dai propri meriti o i motivi che giustificano la richiesta. Moshè non si comporta in questa maniera.
“Mi merito questo perché….”
A quel punto è come se la richiesta fosse semplicemente un risarcimento di un debito. Questo potrebbe funzionare nelle interazioni tra uomini. Ma vi è qualcuno che possa dire che il Sig-re gli è debitore?
“Ho fatto tante mitzvòt, mi sono comportato bene nel lavoro” ecc… Per quanto siano grandi le opere della persona non costituiranno mai un “rimborso spese” nei confronti di ciò che la stessa persona ha ricevuto da D-o ossia la vita stessa.
Quindi neanche un Moshè, che di meriti ce li aveva, si sentiva in grado di menzionare quei meriti ricordandosi che in effetti nel rapporto tra uomo e D-o il debitore è sempre l’umano.
Adattato da rav Shalom Hazan dal commento del Kelì Yakàr
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Tag: debito, merito, mitzvot, moshe
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Sicuro Che Lo Meriti?
In quel momento pregai il Sig-re dicendo…
E’ così che Moshe descrive la sua preghiera e richiesta per potere entrare nella Terra d’Israele usando anche una parola (va’etchanàn) che i commentatori legano alla parola “chinàm” – gratuitamente. I giusti, dicono i maestri, fanno le loro richieste a titolo gratuito senza ricordare le proprie buone azioni come motivo per l’esaudimento della richiesta.
Di norma una persona che ha una richiesta da fare cerca di farla precedere dai propri meriti o i motivi che giustificano la richiesta. Moshè non si comporta in questa maniera.
“Mi merito questo perché….”
A quel punto è come se la richiesta fosse semplicemente un risarcimento di un debito. Questo potrebbe funzionare nelle interazioni tra uomini. Ma vi è qualcuno che possa dire che il Sig-re gli è debitore?
“Ho fatto tante mitzvòt, mi sono comportato bene nel lavoro” ecc… Per quanto siano grandi le opere della persona non costituiranno mai un “rimborso spese” nei confronti di ciò che la stessa persona ha ricevuto da D-o ossia la vita stessa.
Quindi neanche un Moshè, che di meriti ce li aveva, si sentiva in grado di menzionare quei meriti ricordandosi che in effetti nel rapporto tra uomo e D-o il debitore è sempre l’umano.
Adattato da rav Shalom Hazan dal commento del Kelì Yakàr
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