Archive for novembre 2011

Fratelli Riuniti dopo 60 anni

4 novembre, 2011

Durante la Tefillà della sera di Kippur quest’anno nel tempio Chabad di Rego Park, nel quartiere Queens di New York, viene dato l’onore a due persone di tenere i Sefarìm.

Una di queste era una persona conosciuta da tutti i presenti, molti dei quali sono originari dell’ex URSS. Il sig. Gregory Solomon, giunto negli USA trent’anni fa, è un frequentatore regolare delle attività del Bet Chabad della zona. La seconda persona era sconosciuta, un ospite da Israele, anch’esso originario dell’ex URSS che è giunto in Israele dopo la seconda guerra mondiale. Entrambi hanno perso quasi tutta la famiglia durante la shoà.

Il rav Eli Blokh spiegò poi che Solomon e il sig. Meir Jakubovsky sono fratelli, figli dello stesso padre, che si incontrano per la prima volta.

Per i dettagli della interessante storia clicca qui.

fratelli
Gregory Solomon, a sinistra, con Meir Jakubovsky

Il Viaggio Infinito

4 novembre, 2011

Nella nostra Parashà D-o si rivela ad Abramo per la prima volta e gli ordina “Va’ via dalla tua terra, dal luogo in cui sei nato e della casa di tuo padre, alla terra che ti mostrerò” – (Bereshìt 12, 1).

Conoscendo il rapporto speciale che esisteva tra il nostro primo padre e il Sig-re, forse rimaniamo sorpresi quando leggiamo un po’ più avanti che “Avràm aveva settantacinque anni quando uscì da Charàn”.

Perché la Torà non ci racconta la storia di Abramo fino a questo punto?

La parola Torà deriva da “hora’à” che significa istruzione.

La Torà non è, quindi, un libro di storia (nonostante possa svolgere anche questo ruolo) ma un “manuale d’istruzioni” per il popolo ebraico.

È proprio per questa ragione che molti eventi storici non sono menzionati nella Torà che include solo quello che rimane – eternamente – istruttivo per noi.

Le tappe della vita di Abramo fino a questo punto, il suo cammino e le prove che ha superato, non fanno parte  della realtà della vita per i suoi discendenti.

Mentre il comandamento (“Va’ via…”) nella nostra Parashà è qualcosa che non solo può trovare riscontro nella vita di ognuno ma infatti è un viaggio che ognuno intraprende forse senza neanche riconoscerlo.

Di che cosa si tratta?

All’anima che scende in questo mondo per dare vita a un corpo viene ditto “Va’ via…”, lascia il mondo elevato, spirituale, santo, e vai verso quel mondo inferiore.

Questa è una dura prova per l’anima e infatti la Mishnà dice che il uomo vive (ossia l’anima si trova nel corpo) contro la sua volontà (Avòt 4, 29).

Anche dopo questa discesa, quando ormai si tratta di un essere umano vivente, viene detto di nuovo “Va’ via”.

Va’ via dai tuoi abitudini negativi, da un’educazione scorretta e da un’atteggiamento non molto positivo, vai verso la Casa di Studio e impara a cambiare tutto ciò per il bene.

Ma anche a quel punto, il richiamo “Va’ via” c’è ancora. Perchè una cosa buona può sempre essere meglio ancora.

Come tutto nella Torà, anche questo richiamo è eterno, ovunque e ad ognuno.

Di Rav Shalom Hazan
Basato sulle opere del Rebbe di Lubavitch, זי”ע