Ma se avesse indicato semplicemente la data? Non sarebbe stato pi facile? No! Perché la data di Shavuòt potrebbe cambiare. Cambiare? Ma se viene 50 giorni dopo Pesach come cambia?
Ah, bene, dovrei farti capire prima che i mesi non potevano essere indicati su un calendario prestampato, visto che ogni mese si aspettava che almeno due testimoni vedessero la “nuova” luna, che vengano a testimoniare tale visione dinanzi al sinedrio e che questi santifichino e fissino il nuovo capomese.
Dunque, il mese nel quale ricorre Pesach potrebbe durare 29 o 30 giorni, cosa che vale anche per il mese successivo. Se facciamo i calcoli ci troviamo con una festa di Shavu’òt che viene sempre il 50° giorno dopo Pesach, ma che potrebbe essere il 5, 6 o 7 di Sivàn…
Oggi quello che rimane di tutto ciò è lo studio poiché una volta fissato il calendario Shavu’òt cade sempre il 6 di Sivàn (giorno del dono della Torà).
Shavu’òt è una festività durante la quale, a differenza dello Shabbàt, è permesso cucinare (ciò che serve per il giorno stesso) e accendere il fuoco solamente da una fiamma rimasta accesa da prima dell’entrata della festa (sempre a differenza dello Shabbàt è permesso inoltre trasportare in luogo pubblico, da luogo privato a pubblico e viceversa).
Si usa in molte comunità mangiare cibi a base di latte, la mattina o a pranzo del 1° giorno della festa. Secondo diverse fonti uno dei motivi per quest’usanza è per le molte norme concernenti la preparazione della carne Kosher. Visto che queste norme sono entrate in vigore dal momento del Dono della Torà, il popolo in quel momento avrebbe avuto difficoltà a preparare il pasto a base di carne e quindi mangiarono latticini…
E’ comunque importante mangiare la carne (dopo pulire e sciacquare la bocca) come durante tutte le festività.
E’ obbligo gioire durante la festa (appunto mangiando carne e bevendo vino, facendo doni di vestiti o gioielli alle signore, e di dolciumi ecc. per i bambini).
L’obbligo di gioire si riferisce non solo alla gioia del corpo ma anche a quella dell’anima, che si esprime nelle Tefillòt e nello studio della Torà.
Il 1° giorno di Shavu’òt è l’anniversario della morte del Re David. Si usa quindi recitare dei salmi in sua memoria durante questo giorno. Lo stesso giorno venne a mancare anche rabbì Yisrael Baal Shem Tov, fondatore del Chasidismo.
Per questioni pratiche riguardo la festa si prega di recarsi al proprio Rav, visto che la giusta risposta di Halachà dipende anche dal conoscere la situazione specifica.
Parole Galleggianti
28 ottobre, 2011Quande le acque del diluvio divennero molte e riempirono la terra, alzarono la tevà, l’arca, che iniziò a galleggiare sulla superficie delle acque.
Che lezione attuale è nascosto in questo? Il Baal Shem Tov fa notare che la parola tevà (arca) vuol dire anche “parola” in ebraico.
Sono le parole delle nostre tefillòt e della Torà che studiamo, che sono inalzate aldisopra delle acque. Quali acque? Sono le molte acque dei pensieri, le distrazioni, le esperienze umane normali e banali che comunque fanno sì che l’aspetto spirituale del nostro essere, l’anima Divina, venga oscurato e nascosto. Potremmo quindi vedere in cattiva luce queste “acque”.
No, dice il Baal Shem Tov, proprio queste acque sono quelle che fanno salire in alto e illuminare le poche parole di Torà e Tefillà che riusciamo a pronunciare. Proprio perché vengono dette e fatte con sforzo e sacrificio, trascendono le acque, e fanno splendere la neshamà (l’anima).
Proprio come c’è scritto nella Parashà della settimana, sono le acque che fanno salire la tevà – le parole.
di Rav Shalom Hazan
Tag:arca di noè, ba'al shem tov, noach, parashà, tefillà, tevà, torà
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