Cari Amici,
Dopo la pausa invernale riprende l’attività della ludoteca Gan Rivkà.
Bentornati a tutti quanti!
Questa settimana si inizia a leggere ed a studiare il libro di Shemòt – Esodo.
Si racconta che una volta una persona fu arrestata e messa in galera. Rimase lì per molti anni in assoluta solitudine. Sembrava che non ci fossero più gli ufficiali del carcere, che fossero andati via lasciandolo solo.
Un giorno passa una persona anziana e dalla finestra intravede la presenza dell’uomo carcerato. Cosa fai qui? gli chiede l’anziano. “Sono stato arrestato e sembra tutti si siano dimenticati di me”. La persona anziana si avvia verso la porta dicendo “ma hai provato ad aprire?” Con la mano gira la maniglia della porta che si apre tranquillamente…
Come dire, a volte la piccola redenzione che cerchiamo già c’è, basta rendersi conto…
Shabbat Shalom!
Rav Shalom e Chani Hazan
Shabbàt al TempioOrari delle Tefillòt per Shabbàt 8-9 gennaio: 8 gennaio venerdì sera: 16,35 Gli incontri della settimanamini-lezione 1: venerdì sera tra Minchà e ‘Arvìt: lezione di Halachà Shabbàt pomeriggio dopo minchà: lezione con rav Bahbout |
Video della settimanaNel 1976 i giochi paralimpici (l’equivalente dei giochi olimpici per atleti con disabilità fisiche o intellettive) ebbero luogo a Toronto nel Canada. Vi parteciparono un centinaio di atleti israeliani, molti dei quali furono feriti in guerra per la difesa della terra d’Israele.
Approfittando del viaggio in Nord America, il gruppo si recò a New York per incontrare il Rebbe di Lubavitch.
Nel suo discorso il Rebbe sollevò l’idea che i termini “handicappati” o “disabili” non fosse corretto e che un termine “speciale” o “eccezionale” sarebbe più coerente. Colui che ha perso la facoltà fisica di un arto o una parte del corpo, riceve delle altre capacità, anche spirituali, che gli consentono di vivere una vita completa e piena. (Si tratta del 1976, quando ancora non erano di modo i termini ‘politicamente corretti’…)
Clicca la foto per vedere l’incontro (sottotitoli in inglese): Clicca qui per leggere la storia dalla prospettiva di una delle persone “speciali” presenti. “Il Rebbe disse grazie” (in inglese) |
I Colori delle Emozioni
24 febbraio, 2012I Colori delle Emozioni
Farai la copertura del Tabernacolo di dieci tende di lino ritorto, di [fili di lana] turchese, di porpora e scarlatto… (Esodo 26:1)
I quattro fili menzionati nel verso alludono a quattro elementi basilari nel nostro rapporto emotivo con D-o.
Il scarlatto allude al fuoco. Il fuoco della nostra anima è l’amore ardente del Sig-nre che è il risultato della meditazione sulla Sua infinità trascendente. Nel riconoscere la realtà della trascendenza Divina, fino al punto che è solo Lui la vera realtà, veniamo avvolti da un passionato e fuocoso desiderio di evadere dai limiti del mondo per conoscerLo meglio e unirsi a Lui. Questo è un sentimento legato all’amore, il volersi avvicinare.
Turchese è il colore del cielo ed allude alla nostra esperienza nell’apprezzare la Sua maestosità. Anche qui si mette a fuoco la qualità trascendente di D-o, ma si punta più sull’aspetto sull’irrilevanza nostra e dell’intero creato dinanzi alla Sua grandezza. Questo ci riempie di un sentimento di riverenza e rispettoso timore.
La porpora è un amalgamare del turchese e il rosso, dell’amore e il timore. E’ un’allusione quindi alla misericordia, un sentimento composto da sentimenti di amore e rabbia: amore dell’ideale e rabbia nel non vederlo messo in atto. In questo contesto specifico, la misericordia è risentita nei confronti della nostra stessa anima Divina, che si trova spiritualmente molto distante dalla propria fonte eccelsa.
Il lino è bianco ed allude all’amore essenziale dell’anima nei confronti di D-o, un amore che trascende la razionalità e che è la base di tutto il resto. Nello stesso modo che il bianco è il sottofondo sul quale si possono distinguere tutti gli altri colori, questo amore è fondamentale per tutte le altre esperienze spirituali dell’anima. La forza di questo amore si esprime però anche nel dare la possibilità alla persona di sacrificare il proprio io per l’onore di D-o, in quanto esprime un legame incontrovertibile con Lui.
Tratto dal Chumash edizione Kehot
Tag:chumash, colori, emozioni, middot, mishkan, shemot, tabernacolo, teruma, torah
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