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Sei Già Tornato?

7 ottobre, 2011

Sei Già Tornato?

Il Maghìd Rabbì DovBer di Mezritch insegnò che la Teshuvà (il “ritorno” o pentimento) dovrebbe essere talmente profondo per far sì che il livello divino indicato dal nome “Havayah” (il tetragramma), una livello di divintà trascendente, diventi “Elokecha” ossia che possa illuminare la sfera personale e limitata dell’uomo (cosa che è indicato anche dal valore numerico del nome Elokìm che corrisponde alla parola “hateva” – la natura).

Tutti i discepoli del Maghìd furono profondamento toccati da questo insegnamento. Uno degli allievi, il Rebbe Zushe di Anipoli, disse che non avrebbe potuto arrivare a livelli talmente elevati della Teshuvà e che avrebbe quindi diviso la Teshuvà nelle sue vari componenti, indicati dalle lettere che formano la parola Teshuvà, ognuno dei quali indica un altro versetto:

T: Tamim – “Sii integro con il Sign-re tuo D-o.”

Sh: Shiviti – “Ho posto l’Eterno davanti a me, costantemente.”

U: Ve’ahavta – “Ama il tuo prossimo come te stesso.”

V: Bechol – “In tutte le vie, conosciLo.”

H: Hatzne’a – “Procedi umilmente con il tuo D-o.”

Quando il Rebbe Shalom DovBer di Lubavitch raccontò questo al suo figlio Rabbì Yossef Yitzhàk, concluse: La parola Teshuvà è composta da cinque lettere, ogni lettera corrisponde ad una via ed un metodo specifico di Teshuvà” (e spiegò ogni metodo in dettaglio).

T: Tamim…, “Sii sincero con D-o.” Questo rappresenta il servizio della Teshuvà fatto attraverso la sincerità. Sincerità, o integrità, può assumere molte forme e si trova su molti livelli. Il livello più elevato in relazione alla Teshuvà è “la completezza del cuore” che si chiama anche fedeltà o integrità come la Torà dice di Avraham “hai trovato che il suo cuore era fedele dinanzi a Te”.

Sh: Shiviti…, “Ho posto l’Eterno (Havayah) davanti a me, costantemente” Il nome Havayah indica la creazione dell’universo e le creature. L’atto continuo di creazione è effettuato dal costruire un ponte su uno spazio infinito dal “ayin” (non-esistenza) al ‘yesh’ (esistenza). Questa forma di Teshuvà risulta dall’essere costantemente consci della maniera in cui l’esistenza viene costantemente creata da D-o.

U: V’ahavta…, “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Il Alter Rebbe (autore del Tanya e Shulchan Aruch HaRav) insegnò che l’amore è uno strumento, un mezzo, per poi amare “il Sign-re tuo D-o”. Come indicato anche dalla mishnà che dice chi è piacevole ai uomini è piacevole a D-o). Questo metodo di Teshuvà deriva dalla bontà e la benevolenza del cuore.

V: B’chol…, “In tutte le vie, conosciLo.” Una persona che decide di osservare tutto ciò che accade intorno a sé potrà percepire l’opera Divina in maniera evidente. Uomini d’affari hanno questo “vantaggio” rispetto agli studiosi, in quanto sono sempre testimoni della “mano di D-o”. Questa forma di Teshuvà deriva dalla percezione di “hashgachà peratìt” ossia della Providenza Divina specifica.

H: Hatznei’a…, “Procedi umilmente con il tuo D-o.” Non bisogna essere vistosi o ostentarsi minimamente. E’ detto “l’uomo deve sempre essere furbo nella devozione”. La furbizia sta nel assicurarsi che la propria devozione non sia notata da tutti. Sappiamo che i primi Hassidìm si nascondevano e quando veniva rivelato il loro alto livello di devozione ne rimanevano sinceramente angosciati. Questa forma di Teshuvà deriva dal “hatzne’a lechet” l’essere umili e riservati.

da Hayom Yom

Rendiamo Conto

2 settembre, 2011

Cari amici,

Già lo scorso Shabbat il Tempio ai Colli ha visto accorrere molta gente e per questo Shabbat se D. vuole ci aspettiamo di vederne ancora di più Anche durante la settimana in occasione del Rosh Chodesh Elul si è tenuta la funzione con il primo suono dello Shofar. Hazak a tutti coloro che vi hanno partecipato!

Quest’anno l’inizio del mese di Elul corrisponde quasi esattamente all’inizio del mese civile di settembre, mese associato con la ripresa e l’inizio. Il ritorno dalle ferie, l’inizio dell’anno scolastico e la ripresa di tutte le attività normali.

Il mese di Elul rappresenta anch’esso un inizio ma un inizio rivolto al passato. Durante questo mese si inizia a rendere conto per tutto ciò che riguarda l’anno appena trascorso, in preparazione al “Giorno del Giudizio”, Rosh Hashanà e Kippur.

Rendere conto a chi? Rendere conto a sé stessi! Nel termine ebraico difficilmente traducibile si dice “Heshbon Hanefesh” ossia “i conti dell’anima” ma “nefesh” può essere inteso anche come l’io, quindi sarebbe come dire “i propri conti”.

Questi conti riguarderanno i nostri rapporti con le altre persone e i nostri rapporti con il Sign-re.

Chi potrà essere attento a questi duplici rapporti e rispettarli nella maniera corretta, potrà essere sicuro di essere anche in pace con sé stesso.

 Shabbat Shalom,

 Rav Shalom e Chani

Kippur Sotto Stalin

25 settembre, 2009
Cari amici,

L’anno 5770 è iniziato da poco ma abbiamo già – ringraziando D-o! – molte novità da raccontare.

Il gruppo Donne di Monteverde si è radunato con grande successo prima di Rosh Hashanà nel tempio per una serata dedicata al Séder e ai vari simboli di Rosh Hashanà. Domenica 13 oltre 200 persone si sono riunite al Hotel Excelsior di Via Veneto per la tradizionale Giornata di Studio (dateci un po’ di tempo e vi faremo trovare online delle riprese di alcuni interventi). Ringraziamo tutti coloro che sono intervenuti, tra i quali rav Moshe Lazar appositamente venuto da Milano, rav Riccardo Di Segni, rav Yitzhak Hazan e altri, nonché le persone che hanno dedicato la giornata in memoria dei loro cari e il comune di Roma che ha dato il proprio patrocinio sull’evento.

A Rosh Hashanà qui ci è stata molta gente e aspettiamo altrettanti e di più a Kippur, se D-o vuole. L’esperienza della Tefillà in un ambiente, pulito, ben illuminato, silenzioso e con la possibilità di seguire per tutti, è stata apprezzata da tutti i presenti.

Se D-o vuole per Succòt sarà presente una Succà in Piazza Farnese, con il patrocinio del Comune, che sarà disponibilie per chi volesse fare una berachà o mangiare qualcosa in una Succà. Giovedì sera 8 ottobre grande festa di Succòt alla Succà di Piazza Farnese con canti e balli e divertimento per tutti. Segna la data!

Shabbat Shalom e Hatimà Tovà,

Rav Shalom Hazan
Direttore

Shabbàt e Kippur al Tempio

Orari delle Tefillòt per Shabbàt, 25-26 settembre:

25 settembre venerdì sera: 18,45
26 settembre Shabbàt mattina: 9,30
26 settembre Shabbàt sera: 18,40


Il Kiddush del è offerto dalla famiglia Hazan in onore del compleanno di Mendel.

Per offrire il prossimi Kiddush gentilmente contatta Rav Shalom. Grazie!

Orari delle Tefillòt per Kippur, 27-28 settembre:

27 settembre Kol Nedarim : 18,30
28 settembre Kippur: 9,00
Pausa:
14,30
Mincha e Ne’ilà:
17,00
Termine digiuno e Shofàr:
19,38

Foto della Settimana

ayalon

L’autostrada Ayalon a Tel Aviv vanta un traffico di più di seicentomila veicoli al giorno. Questa fotografia è stata scattata da un turista cinese il giorno di Kippur del 2008.

Kippur Sotto Stalin

Cari lettori, segue una storia accaduta con mio zio, rav Moshe Greenberg, che oggi risiede a Bené Berak. Verso la fine degli anni ’40 tentò la fuga dall’Unione Sovietica ma venne arrestato e mandato in un campo di lavoro forzato della Siberia per 25 anni. Fortunamente venne liberato nel ’53 dopo sette anni, con la morte di Stalin. Solo nel ’67 giunse in Israele.

Durante la giornata di Kippur del 1951, rav Moshe Greenberg riuscì a pregare recitando tutta la liturgia del giorno, con l’eccezione del Kol Nidré (Kol Nedarìm), considerata una delle preghiere più solenni.

Aveva vent’anni ed era imprigionato in un campo di lavoro forzato sovietico, separato dai suoi genitori e le due sorelle. Il fratello si trovava in un altro campo per una “trasgressione” simile.

Vi erano circa mille uomini nel campo, tutti occupati nel lavoro di costruzione di un’impianto di energia elettrica. Una ventina dei prigionieri erano ebrei.

Quando si avvicinò il termine dell’estate i prigionieri ebrei si potevano concedere solamente di sognare l’osservanza dei Giorni Solenni. Sapevano che non ci sarebbe stato lo Shofàr, il Séfer Torà e i Tallitòt, ma speravano di trovare un Machzor (libro di preghiera).

Mio padre si accorse della presenza di un uomo “da fuori”, un ingegnere civile che lavorava sull’impianto. Aveva il sospetto che questa persona fosse ebrea.

Quando si presentò l’opportunità rav Moshe si avvicinò e gli sussurò nell’orecchio in Yiddish “Kenstu mir efsher helfen?” (Forse mi potresti aiutare?).

All’epoca la maggior parte degli ebrei della Russia parlava il Yiddish. rav Moshe vide nei suoi occhi che comprese la domanda. “Mi potresti organizzare un Machzor per gli ebrei qui presenti?”. L’ingegnere esitò a rispondere. Una “transazione” di questo tipo metterebe in pericolo entrambi le loro vite. Comunque, l’ingegnere si impegnò ad aiutare.

Passarono vari giorni e rav Moshe gli chiese se ci fosse qualche novità.

“Notizie buone e cattive,” gli rispose l’ingegnere. Con molta difficoltà era riuscito ad individuare un Machzor ma era l’unico presente in tutta la zona e apparteneva al padre della sua ragazza. L’uomo si rifiutò nella maniera più assoluta di separarsi da questo Machzor proprio nel giorno di Kippur.

rav Moshe non si arrese e fece una proposta. Forse, suggerì, l’uomo ce lo potrebbe imprestare adesso e glielo restituiremo prima di Rosh Hashanà.

L’ingegnere riuscì a contrabbandare il Machzor all’interno del campo di lavoro.

Rav Moshe si costruì una grande cassa di legno nella quale entrava in ogni momento libero. Lì, nascosto da tutti copiò l’intero Machzor su un quaderno, parola per parola, riga per riga, pagina per pagina. Dopo un mese aveva copiato l’intero Machzor. Mancava però una sola pagina, quella della Tefillà che apre il giorno di Kippur, il Kol Nidré…

il Rav restituì il libro quando arrivò l’autunno. I prigionieri vennero a sapere le date esatte delle festività ebraiche attraverso le lettere giunte dai famigliari e durante Rosh Hashanà e Kippur riuscirono, con qualche manciate di sigarette, a convincere le guardiare di lasciarli in pace nella baracca, dove si svolsero le funzioni. Rav Moshe guidò le Tefillòt con il Machzor scritto a mano.

machzor
Il Machzor scritto a mano da rav Greenberg. Foto: Chabad Library

Dopo quasi sette anni di lavoro forzato rav Moshe con altri prigonieri politici fu liberato dopo la morte di Joseph Stalin. L’unico “souvenir” che gli rimase dal campo era il Machzor.

Si riunì con la propria famiglia a Mosca e poi incontrò e sposò la moglie Devora (Hazan) – oggi i loro 17 figli insegnano ebraismo in tutto il mondo.

a rav Moshe non piace ricordare quei momenti terribili (era stato anche torturato dai sovietici per svelare nomi di altri ebrei coinvolti in attività “contro-rivoluzianarie”. Ho sentito da un testimone che non ha parlato. NDR).

Nella rara occasione che racconta una storia di quei giorni, si rammenta con lacrime che non ci fu mai una Tefillà più sentita e significativa di quella trascorsa nel campo di lavoro.

Nel 1973 rav Moshe presentò il Machzor come regalo al Rebbe di Lubavitch e si trova oggi nella biblioteca del movimento Lubavitch a New York.

Quest’anno quando abbiamo la possibilità di dire tutta la Tefillà, facciamolo anche per coloro che non avevano o che non hanno questa possibilità.

Hatimà Tovà
Rav Shalom

Richiesta Importante

Questa mail settimanale è una di informazione e di studio, non di richiesta di aiuto. Tuttavia ci concediamo una volta all’anno di lanciare un appello attraverso questo strumento per beneficenza per le nostre istituzioni.

Il Tempio, L’asilo, le lezioni e tutte le attività sono mantenute con le offerte e donazioni di privati, senza alcun sussidio da un ufficio centrale.

Se durante l’anno avete avuto l’opportunità di partecipare o di usufruire di uno dei nostri servizi, oppure se avete sentito parlare bene di noi e volete aiutare, gentilmente fate la vostra offerta – piccola o grande – in onore dell’anno nuovo.

Vi ringraziamo di cuore per il vostro supporto e vi auguriamo Shanà Tovà!

Notiziario…

11 settembre, 2009
Chabad Lubavitch Monteverde

11-09-2009 | 22 Elul 5769

Cari amici,

projetto talmudVorrei dedicare la mail di questa settimana alle vittime dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001. Con la speranza, alle soglie del nuovo anno, di un futuro di benedizione, di pace e di propserità per tutti i popoli della terra.

Il saggio Rabbì Meir, il quale era talmente illuminato che gli altri saggi avevano difficoltà a capirlo, aveva dei vicini che lo disturbavano e gli mancavano di rispetto. “Oh D-o”, pregò, “fai sì che questi malvagi siano rimossi dalla terra”! Sua moglie Beruria, altrettanto saggia, gli disse che la sua non era una preghiera giusta. Non sono i malvagi che devono morire, ma il male che deve cessare di esistere… Idea già esposta nelle raffinate parole del salmista: “cessino i peccati dalla terra” (104, 35), non i peccatori ma i peccati.

Shabbat Shalom,

Rav Shalom Hazan
Direttore

Seguono alcuni annunci importanti ancora validi.

Sono molto lieto di annunciare la ripresa del Gruppo Donne di Monteverde che lancia il nuovo anno con un nuovo evento, l’Assaggio Internazionale di Rosh Hashanà, vedi ulteriore info in basso.

Dal rinnovo del Gruppo Donne ad un’autentica novità: Il Jewish Kids Club sarà un punto di incontro per bambini tra i 3 e i 9 anni una volta al mese. Puro divertimento con spirito ebraico gestito dalla Morà Chani Hazan e da Karen Di Veroli. Seguiranno informazioni dettagliate nelle prossime settimane…

Il tempio dei Colli Portuensi si sta preparando ad accogliere tutti voi per i Giorni Solenni e le Feste…venite a trovarci e sarete senza dubbio accolti con un sorriso! Se vi serve una mano nel seguire e capire le funzioni sarete proprio nel posto giusto.

L’ormai tradizionale appuntamento al Hotel Excelsior di Via Veneto per La Giornata di Studio – adesso nella sua ventesima edizione – domenica 13 settembre dalle 10 alle 14. Segue un pranzo leggero da prenotare scrivendo a rabbyhazan@yahoo.com. Organizza l’evento Rav Yitzhak Hazan, ospite speciale Rav Moshe Lazar (MI), interverranno il Rabbino Capo Rav dott. Riccardo Di Segni, Rav dott. Gianfranco Di Segni, Professore Gavriel Levi, Professore Yoav (Gianni) Dattilo ed altri. Vedi link

Questo Shabbàt al Tempio

Dopo alcune settimane di pausa il Tempio riprende per le funzioni del venerdì sera, Shabbàt mattina e pomeriggio.

Orari delle Tefillòt per Shabbàt, 11-12 settembre:

11 settembre venerdì sera: 19,20
12 settembre shabbàt mattina: 9,30
12 settembre shabbàt sera: 19,10

Il Kiddush è offerto dalla famiglia Levi. Hazzak!Per offrire il prossimi Kiddush gentilmente contatta Rav Shalom. Grazie!

Assaggio Internazionale di Rosh Hashanà
Gruppo Donne Di Monteverde

Il Gruppo Donne di Monteverde ha il piacere di invitarvi al lancio di un nuovo anno di mitiche serate dedicate alla donna ebraica.
La prima serata presenterà un’assaggio di una serie di cibi speciali di Rosh Hashanà…la preparazione di un mestolo particolare per abbellire il vostro tavolo di Mo’ed…e come sempre un’approfondimento sul significato della festa trasmesso da Chani…venite numerose!

Martedì 15 settembre alle 20,30 al Tempio dei Colli Portuensi.
Offerta consigliata: 20E

*Serve la conferma per assicurare il materiale sufficiente per tutti!*

Gentilmente non confermare su fb se non hai intenzione di venire…grazie (l’evento è aperto solo alle donne).

(Il nostro nome su facebook è Rav Shalom e Chani)

I Libri di Rosh Hashanà e Kippur

Si ringrazia la famiglia Piperno per avere donato libri di Rosh Hashanà in memoria del padre. Hazzak!

Aiutaci ad aiutare i nostri frequentatori dedicando i libri di Tefillà alla memoria di un caro. Al tempio servono ulteriori libri di Tefillà. Dedica 10 libri di Rosh Hashanà con 200Euro o 5 libri di Kippur per 200E. Ulteriori dediche disponibili per libri di Sukot e Simchàt Torà.

Mese di Elùl e Vigilia di Rosh Hashanà:
Norme e Usi in Breve


Moshé trascorse 40 giorni sul monte Sinày. Quando scese, il 17 tamùz, vide l’oltraggioso vitello d’oro e perciò spezzò le Tavole della Legge; punì con la morte gli adoratori dell’idolo e trascorse altri 40 giorni nell’accampamento. Nel capomese di elùl D-o disse: sali da me sul monte (Esodo 24, 12). Quel giorno si suonò lo shofàr in tutto l’accampamento affinché il popolo potesse ravvedersi, pensare a quanto accaduto e aspettare il giorno del ritorno di Moshé senza sbagliare di nuovo. Infatti il suono dello shofàr, simile al pianto di un bambino, ha la caratteristica di risvegliare sentimenti profondi e di portare la persona a riflettere sulla sua condizione. Nel libro di ‘Àmos (3, 6) è infatti scritto: se uno shofàr suona nella città, può non tremare il popolo? Secondo Maimonide è come se questo suono proclamasse: «Svegliatevi dal vostro sonno, voi che dormite, esaminate le vostre azioni e fate penitenza!». Per questo i saggi hanno stabilito che a partire da ogni capomesedi elùl si suoni lo shofàr per un mese, per incitare gli ebrei al pentimento e alla penitenza in vista del giorno di Kippùr. Moshé scese infatti dal monte proprio in tal giorno. Hashèm si riconciliò con lui e disse: «Ecco due tavole di pietra uguali alle prime».

Queste tavole furono il segno della riconciliazione e del rinnovamento del favore divino nei confronti del popolo. Per il popolo ebraico questi 40 giorni compresi tra il primo di elùl e Kippùr rappresentano quindi un momento di ripensamento sull’anno passato. Mentre nelle comunità d’Italia si suona lo shofàr soltanto fino ai tre giorni precedenti Rosh Hashanà, quelle sefardite proseguono fino alla vigilia di Rosh Hashanà. Alla vigilia di Rosh Hashanà non si suona più lo shofàr per distinguere i suoni di elùl, originariamente solo un’usanza, da quelli di Rosh Hashanà prescritti invece dalla Torà. I suoni dello shofàr, che hanno origini molto antiche, sono quattro: teki’à, suono lungo e continuo; shevarìm, tre suoni con intervallo lungo; teru’à, nove suoni con intervallo breve, e infine di nuovo teki’à.

Poiché a Kippùr possiamo chiedere perdono a D-o solo per i peccati commessi nei suoi confronti, il mese di elùl è il periodo più propizio per invocare il perdono del prossimo qualora lo si abbia offeso o gli si abbia arrecato danno. Il perdono divino è infatti vincolato a quello umano e per questo è difficile sperare nella benedizione per l’anno nuovo se non facciamo il nostro possibile per ottimizzare i nostri rapporti con il prossimo. E infatti, entro questo mese è meglio cercare di chiudere anche i debiti.

Dal capomese di elùl fino a Kippùr le comunità sefardite usano alzarsi prima dell’alba per recitare le selichòt, le suppliche. Bisogna farlo con calma e concentrazione, ricordando i tredici attributi divini.
Dopo le selichòt della vigilia di Rosh Hashanà e di Kippùr si compie il rituale di Hataràt Nedarìm, lo scioglimento dei voti, che è composto da due elementi: lo scioglimento dei giuramenti e degli impegni assunti durante l’anno e di cui si desidera liberarsi, e l’annullamento di quelli futuri qualora non si possano mantenere. Ciò vale soltanto per gli impegni presi nei propri confronti, poiché qualora si sia promesso, invece, a favore o a danno di un altro, la Hataràt Nedarìm non ha alcun valore di annullamento. In ogni caso, sarebbe opportuno che chiunque abbia fatto un voto o un giuramento si rivolga a un rabbino per verificare quale sia la halachà da applicare al suo caso. Alla vigilia di Rosh Hashanà si usa immergersi nel bagno rituale, e recarsi al cimitero per chiedere ai defunti che intercedano in nostro favore e ci aiutino con i loro meriti a ottenere il perdono.

Coloro che usano digiunare alla vigilia di Rosh Hashanà devono interrompere il digiuno prima di sera per non iniziare il giorno di festa solenne sofferenti.

I 40 giorni compresi tra il capomese di elùl e Kippur sono quindi un periodo di meticolosa preparazione in cui ci si deve impegnare a migliorare e a crescere spiritualmente, intensificare lo studio della Torà e l’osservanza delle mitzvòt.

Tratto da Shabbat Shalom n. 84

Libri, Mezuzòt…

Al Centro Ebraico di Monteverde
(Tempio dei Colli Portuensi) sono disponibili Tefillìn, Mezuzòt, e libri di Torà e pensiero ebraico in italiano.
Ora è anche disponibile il libro di Tefillà di rito romano con la traduzione (Morashà, 2009).
Novità in italiano!

Il libro “Percorso di Vita” (Mamash, 2009, 294 pp.)
“Idee, spiritualità e valori ebraici nella società moderna”.
Interessante per tutti ma specialmente indicato per i ragazzi.
Disponibile ora a soli 15E.

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Lulav e Etrog

Ordina subito il Lulav e l’Etrog per la festa di Succòt chiamando il 3927785792 o rispondendo a questa mail.
Kit completo a 35E, involucro in omaggio.

Si accettano prenotazioni fino a martedì 15-09-09.

(N.B. Molti acquistano il Lulav (la palma) il giorno di Hoshannà Rabbà. In realtà la mitzvà è di acquistarla prima di Succòt, poiché il comandamento è di prenderlo il primo giorno della festa (e i giorni successivi). Quest’anno si prenderà il secondo giorno, essendo il primo giorno Shabbàt, ma deve essere preparato da prima.)