Il racconto dell’esodo degli ebrei dall’Egitto sembra essere accompagnato da un fiume. Moshè incontra il faraone quanto costui si reca al fiume la mattina, alcune piaghe colpiscono il fiume o derivano da esso, e così via.
In realtà gran parte della cultura egiziana dell’epoca era centrata sul fiume.
Questo per il semplice fatto che il sostentamento – l’acqua e l’irrigazione – veniva dal fiume. Con il tempo il fiume stesso diventò oggetto di culto ed era proprio il contrastare questi’dea che fu uno degli obbiettivi delle piaghe; quello di fare capire al faraone e agli egiziani che vi è solo un D-o.
Il faraone, da parte sua, voleva invece che i bimbi ebrei venissero gettati nel fiume. A parte la brutalità di questo atto vi è anche un male più subdolo: “Fate vivere le femmine” disse il faraone alle levatrici ebree, una frase che sembra benevola ma nasconde un intento non meno pericoloso della prima parte, e cioè che lo stesso fiume – culturale – che uccide i maschi fà vivere le femmine. Ossia voleva che venissero educate con la cultura e il culto del fiume e che non siano più in grado di mantenere un’identità distinta, quella loro.
Ebbene, come non pensare al miracoloso atterraggio sul fiume Hudson nel cuore di New York?
Come disse il Ba’al Shem Tov, ogni cosa che una persona vede o sente può essere usufruita per trarrne una lezione nel proprio servizio divino.
Atterrare su un fiume sembrava impossibile ma la cosa si è verificata.
Pensiamo a tutte le cose che consideriamo “impossibili” e vediamo se possiamo noi fare qualche miracolo…
Shabbàt Shalom!
Rav Shalom Hazan
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Tag: ba'al shem tov, commento, faraone, hudson, moshe, nilo, parashà, va'erà
This entry was posted on 23 gennaio, 2009 at 9:56 am and is filed under Commenti sulla Torà. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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Dal Nilo al Hudson…
Il racconto dell’esodo degli ebrei dall’Egitto sembra essere accompagnato da un fiume. Moshè incontra il faraone quanto costui si reca al fiume la mattina, alcune piaghe colpiscono il fiume o derivano da esso, e così via.
In realtà gran parte della cultura egiziana dell’epoca era centrata sul fiume.
Questo per il semplice fatto che il sostentamento – l’acqua e l’irrigazione – veniva dal fiume. Con il tempo il fiume stesso diventò oggetto di culto ed era proprio il contrastare questi’dea che fu uno degli obbiettivi delle piaghe; quello di fare capire al faraone e agli egiziani che vi è solo un D-o.
Il faraone, da parte sua, voleva invece che i bimbi ebrei venissero gettati nel fiume. A parte la brutalità di questo atto vi è anche un male più subdolo: “Fate vivere le femmine” disse il faraone alle levatrici ebree, una frase che sembra benevola ma nasconde un intento non meno pericoloso della prima parte, e cioè che lo stesso fiume – culturale – che uccide i maschi fà vivere le femmine. Ossia voleva che venissero educate con la cultura e il culto del fiume e che non siano più in grado di mantenere un’identità distinta, quella loro.
Ebbene, come non pensare al miracoloso atterraggio sul fiume Hudson nel cuore di New York?
Come disse il Ba’al Shem Tov, ogni cosa che una persona vede o sente può essere usufruita per trarrne una lezione nel proprio servizio divino.
Atterrare su un fiume sembrava impossibile ma la cosa si è verificata.
Pensiamo a tutte le cose che consideriamo “impossibili” e vediamo se possiamo noi fare qualche miracolo…
Shabbàt Shalom!
Rav Shalom Hazan
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